Scarpe da ginnastica basculanti: a cosa servono?

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Ora sono un po' passate di moda, ed è un peccato perché avrebbero una loro utilità, che però non è quella promessa del rinforzare le "catene muscolari posteriori" di "rimodellare le natiche" di "migliorare la postura" o di "fare dimagrire".
O meglio: tutti questi vantaggi ci sarebbero, ma non nella scarpa: in chi decidesse d'imparare a usarla e lo facesse con regolarità. Cosa sulla quale il marketing dell'oggetto scarpa (Basta comprarla e si risolve tutto!) ha astutamente glissato.
Alla gente non piace l'idea di dover fare qualcosa: compra un oggetto con la speranza che la faccia al posto suo, come la lavatrice.
Questa scarpa purtroppo non funziona per via telematica, dall'armadietto delle scarpe. È anche bruttarella, diciamolo, per quanto molti designer si siano sbizzarriti nel cercare di renderla più accettabile, e questo ha decretato la fine della sua popolarità.
Ora però viene la buona notizia: queste scarpe, siccome non sono più l'ultimo ritrovato dell'attrezzatura/vestiario gym, oggi si trovano a un prezzo anche inferiore ai 30 euro. Persino le più costose, quelle che anni fa erano state corredate di brevetto e presentate quasi come un dispositivo medico, costano la metà di allora.
Ma a cosa servono?
A una cosa sola: ad aiutare a imparare una camminata più corretta ed elastica, che prevede la flessibilità del piede e la spinta propulsiva della natica. Niente di più di quello che fa un giovane ragazzo che cammina correttamente e con energia.
Attenzione però: la scarpa aiuta, ma non determina magicamente questa camminata. Chi insiste a usarla spostando i piedi come fossero ciocchi di legno, limitandosi a sbattere la pianta del piede a terra, non solo non ne ricava nessun vantaggio: potrebbe persino infastidirsi del fatto che la suola, essendo curva, gli dia un senso d'instabilità.
Quindi occorre fare una premessa, su come sia una vera camminata corretta (dei vantaggi di questa camminata parleremo più avanti).
Il piede non è un masso: ha delle articolazioni. La prima e più importante è la caviglia. Quando si porta il piede in avanti, prima che questo poggi a terra, la caviglia di deve flettere quel che basta per portare la punta del piede verso l'alto, in modo che la prima parte di piede che poggerà al suolo sia soltanto il tallone.
disegno di gamba

Quando manca la dorsiflessione, cioè la capacità o l'abitudine di flettere la punta del piede verso l'alto e di appoggiare prima il tallone e poi il resto del piede, la camminata è già compromessa e il piede "sbatte a terra" come un oggetto inanimato, senza ammortizzare bene il peso che sta per ricevere.
Nella camminata corretta, invece, una volta che il tallone poggia a terra, il trasferimento del peso del corpo su quella gamba avviene gradualmente, mano a mano che il resto del piede tocca il suolo. In questo modo il resto dello scheletro si può spostare in modo controllato, prevenendo microtraumi o cadute.
disegno di gamba

La camminata è un movimento continuo del piede: non appena tutta la pianta appoggia a terra, è il tallone a sollevarsi, e il peso si sposta sulla punta del piede, che flettendosi fornisce propulsione per il passo successivo e per il trasferimento del peso sull'altro piede.
disegno di gamba
Quando si cammina, il piede rimane piatto al suolo soltanto per una frazione di secondo: questa è la foto di persone che camminano in modo corretto: come si vede, il processo del movimento prevede un equilibrio dinamico che è trasferito velocemente da un piede all'altro, dove il piede è un meccanismo in continua flessione e movimento.
persone che camminano
Più la flessibilità di tutte le parti di piede e caviglia si riducono, più si arriva a 1) camminare lentamente e con più fatica 2) consumare meno calorie 3) perdere muscolatura dei polpacci e del resto delle gambe (natiche comprese) 4) soffrire di disturbi circolatori alle gambe 5) perdere equilibrio (sembra un paradosso, ma è proprio la dinamicità dell'appoggio che fornisce sicurezza e non il contrario.)
Donna anziana con bastone
A questo punto basta tornare a guardare la foto della scarpa da ginnastica con suola basculante, per capire che si tratta di un aiuto iniziale, di un incentivo: con quella scarpa è più facile capire come usare il piede in modo dinamico, ed è più facile farlo. È anche ovvio che se invece si insiste a spostare il piede in modo piatto e amorfo la scarpa non servirà a nulla.
Quando invece la scarpa basculante è usata bene, fornisce un vantaggio, oltre a quelli pubblicizzati: la circolazione migliora e la camminata mette il turbo! Una volta che ci si abitua a camminare a lungo con quelle scarpe, tornare a una scarpa da ginnastica con suola piatta procura la stessa sensazione del passare dal guidare un'auto sportiva al guidare un trattore.
Loredana de Michelis

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